sabato 22 marzo 2008

Giornalista a Mosca, lavoro usurante

E' dura essere giornalisti a Mosca. Peggio che essere extracomunitario in un cantiere edile italiano.

Solo ieri due giornalisti uccisi: il primo è stato trovato in camera da letto con ferite da taglio e una cintura al collo. Si chiamava Ilia Shurpaiev, 33 anni, originario del Daghestan e inviato del primo canale televisivo per il Caucaso russo.
Il secondo si chiama Gadji Abachilov ed è stato trovato morto nell'auto a Makhatchkala, capitale della repubblica del Daghestan (Caucaso russo).
"Ucciso da alcuni sconosciuti che gli hanno sparato mentre era a bordo della sua automobile a Makhatchkala", ha dichiarato all'agenzia France Presse Mark Tolchinski, portavoce del ministero dell'interno russo nel Daghestan. Abachilov dirigeva l'emittente televisiva Daghestan, antenna locale de la catena pubblica Rossia.

Informazione e repressione. Il solito binomio, mentre il mondo distratto si chiede se punire la Cina con il boicottaggio olimpico.


Scrive Repubblica:

Fra i casi più eclatanti, va ricordato negli anni '90 il molto noto opinionista televisivo Vladislav Listiev, ucciso nel 1995 a colpi di pistola davanti alla sua abitazione: una morte che ai tempi di Boris Ieltsin aveva fatto un enorme scandalo e che la stampa riteneva legata alle guerre fra oligarchi per il controllo del promettente settore della pubblicità in tv. L'anno prima, era stato ucciso con un pacco esplosivo Dmitri Kholodov, un giovane cronista che stava svolgendo una inchiesta su un traffico di armi che coinvolgeva pezzi grossi del ministero della difesa. Nell'era di Vladimir Putin, lo stillicidio è continuato: Paul Khlebnikov, direttore dell'edizione russa della rivista Forbes, è stato ucciso nel luglio del 2004 mentre usciva dalla sua redazione. Era un reporter scomodo per molti: per l'ex oligarca Boris Berezovski, da lui denunciato in un libro, per il potere del Cremlino e la sua deriva autoritaria, per la guerriglia cecena, messa alla berlina con un altro testo, Conversazioni con un barbaro. Poi l'uccisione che più ha fatto scalpore in Occidente, quella di Anna Politkovskaia, ottobre del 2006: le sue denunce degli abusi russi in Cecenia e i suoi legami con le organizzazioni per i diritti umani ne avevano fatta una cronista simbolo della lotta al potere costituito. Infine, nel marzo 2007, il misterioso 'suicidio' colpì Ivan Safronov, esperto militare del quotidiano Kommersant e colonnello in congedo. Stava indagando su un presunto traffico di armi con la Siria, secondo alcune fonti. Si sarebbe gettato dal pianerottolo della sua abitazione con in mano una busta di mandarini che aveva appena acquistato al mercato.

1 commento:

  1. Anonimo5/3/09

    ABBATTERE LA CAMORRA, LA CORRUZIONE E LA VIOLENZA.

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