venerdì 19 dicembre 2008

DIALOGO DI UN VENDITORE DI PARTITI E DI UN ELETTORE

Venditore. Democratici, democratici nuovi; partito che si fa popolo. Bisognano, signore, democratici? 
Elettore. Democratico per un partito nuovo? 
Venditore. Si signore. 
Elettore. Credete che sarà migliore quest'altro nuovo? 
Venditore. Oh illustrissimo si, certo. 
Elettore. Come quest'altro passato? 
Venditore. Più più assai. 
Elettore. Come quello di là, di destra? 
Venditore. Più più, illustrissimo. 
Elettore. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che il democratico nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi? 
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe. 
Elettore. Quanti partiti nuovi sono passati da che voi fondate partiti? 
Venditore. Saranno vent'anni, illustrissimo. 
Elettore. A quale di cotesti partiti vorreste che somigliasse il prossimo venturo? 
Venditore. Io? non saprei. 
Elettore. Non vi ricordate di nessun partito in particolare, che vi paresse onesto e riformista? 
Venditore. No in verità, illustrissimo. 
Elettore. E pure la politica è una cosa bella. Non è vero? 
Venditore. Cotesto si sa. 
Elettore. Non tornereste voi a militare cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che entraste in politica? 
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse. 
Elettore. Ma se aveste a rifare la carriera politica che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati? 
Venditore. Cotesto non vorrei. 
Elettore. Oh che altra carriera politica vorreste rifare? quella ch'ho fatta io, da elettore o quella di un sindacalista, o di chi altro? O non credete che io, e che il sindacalista, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa carriera politica che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro? 
Venditore. Lo credo cotesto. 
Elettore. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo? 
Venditore. Signor no davvero, non tornerei. 
Elettore. Oh che carriera politica vorreste voi dunque? 
Venditore. Ne vorrei una come Dio me la mandasse, senz'altri patti. 
Elettore. Una carriera a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa del partito nuovo? 
Venditore. Appunto. 
Elettore. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che la politica, fino a tutto questo partito, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la carriera politica di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rifondare. Quella carriera ch'è una cosa bella, non è il partito che si conosce, ma quello che non si conosce; non il partito passato, ma il futuro. Col partito nuovo, la politica incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero? 
Venditore. Speriamo. 
Elettore. Dunque mostratemi il partito più bello che avete. 
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale tre elezioni. 
Elettore. Ecco tre voti. 
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Democratici, democratici nuovi; partito che si fa popolo.

Nessun commento:

Posta un commento